Una surreale compagnia

Un avvocato, come me, lavora chiuso in un’aula di tribunale, chiuso in una cancelleria, chiuso nel suo studio.
A volte, però, la monotonia ambientale riceve sobbalzi inaspettati e felici.
Per esempio, un giorno, un giudice, per capire i turbamenti di un luogo dimenticato tra alte colline, ha chiamato un esperto, perché lo aiutasse a decidere.
L’esperto poi ha invitato gli avvocati, gli altri tecnici e i proprietari per andare tutti in quel posto.
Una mattina vagamente nuvolosa, lasciati a casa trucchi e costumi di scena, io e le mie scarpe da scampagnata , ci siamo ritrovate, con un architetto logorroico, un agronomo dalla voce gentile, una donna un po’ triste, un grosso contadino vecchio e solido con un lungo machete sulle spalle, e la sua rossa capra nana che credeva di essere un cane, in un paese appoggiato tra asimmetriche cupole, verdi di alberi e felci.
Come esperti escursionisti, ci siamo avventurati tra nascosti sentieri, nelle fauci di una vegetazione iperattiva.
Il contadino, parlando un linguaggio indigeno oscuro, si muoveva nel labirinto vegetale come un navigato condottiero, l’agronomo ci raccontava le storie perigliose dei suoi clienti (“perché dietro le persone ci sono storie e le storie sono belle”), l’architetto oscillava tra disciplina auto-imposta per il compito da svolgere e distrazione indotta dalle forme virili della costosa Nikon appesa al collo dell’agronomo. La donna silenziosa ed assorta chiudeva la fila, mentre la capra nana che si credeva un cane, scodinzolava.
Sparpagliato, nascosto e sospettoso, un gruppo di pecore strabiche ci spiava come gli uomini di Robin Hood nella foresta Nera, lanciandosi tra i cespugli messaggi monocordi.
Io, con le mani doloranti di ortiche che mi riportavano ai ricordi bucolici dell’infanzia, ero felice di non essere chiusa da qualche parte, ma di trovarmi fuori, avvolta da un profumo verde, che mi proteggeva come una benevola preghiera, da un quotidiano nevrotico.
In quel ventre umido sospeso dentro un odore antico di terra, con questa surreale compagnia, quella mattina, mi sono sentita un po’ più umana, un po’ più vera.

Tizianeda

4 thoughts on “Una surreale compagnia”

  1. laura ha detto:

    Come condivido quello che hai scritto……ed intendo condivido in senso vero, totale ed esclusivo……
    Purtroppo escursioni come quella che hai fatto tu, giustificate anche con l’involucro del dovere lavorativo, pur essendo appaganti…..non capitano spesso!!!!!
    Ed allora… proponiamo udienze a cielo libero….., piuttosto di dovere risentire dei miasmi pre-estivi …..!!!!!!!!!!!!
    Ti immagini ?

    1. Tizianeda ha detto:

      Mettiamoci con un bel banchetto fuori dal tribunale e raccogliamo le firme 🙂

  2. bianca ha detto:

    …..avete la mia firma!!! 😀

  3. Tizianeda ha detto:

    Grazie Bianca 🙂

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