Set
Set
Lei.
Ogni sera li sistema sopra il letto, completi di accessori, poi mi chiama.
“Mamma vieni a vedere come mi vesto domani a scuola”. E’ un tripudio di bracciali e collane, di strass e teschi, di barocco e gotico, di contrasti in cui si muove sicura, e penso che certi talenti sono innati, almeno nel suo caso. Per forza.
Io le rammento la sobrietà necessaria a scuola, lei mi rammenta che presto sarà costretta ad indossare la “triste” tuta da ginnastica delle medie, che la uniformerà agli altri, e vorrebbe approfittare degli ultimi giorni di libertà estetica.
E così, con l’abbigliamento selezionato la sera prima, forzatamente sfrondato di qualche eccesso – “la collana con l’enorme ciondolo a forma di cobra pieno di brillantini rimane a casa”- con lo zaino abbarbicato sulle spalle, pieno e rigonfio fino all’inverosimile che se cade all’indietro non si rialza più, con il suo passo veloce sicuro ed indomito, si accinge ad affrontare le cinque ore di scuola che l’aspettano, non senza prima aver risistemato mille volte il ciuffo dei capelli.
Lui.
I vestiti da indossare a scuola non sono la preoccupazione del seienne.
Li sceglie dopo la colazione secondo i suoi personali canoni estetici e cromatici. Un giorno prende nell’armadio i pantaloni arancioni con la maglietta gialla, un altro la maglietta arancione con i pantaloni rossi, oppure la maglietta verde con i pantaloni arancioni o ancora i pantaloni arancioni con la maglietta arancione.
Quando poi lo invito con l’ausilio di terribili minacce a pettinarsi, lui mi guarda stupito ed incredulo.
“Non capisco perché ci tieni tanto che mi pettino”
In realtà i capelli ordinati, male si abbinano con il suo modo sbrindellato di indossare i vestiti, con la maglietta sempre infilata per metà nei pantaloni , l’altra ciondolante fuori e quel tripudio chiassoso di colori.
E così usciamo, la decenne che freme e vuole andarsene da sola, il seienne avvistabile anche da molto lontano e poi ci sono io, che insomma, come loro, sono come sono.
Già…sono come sono, siamo come siamo…noi siamo noi, loro sono loro e si va… SEMPRE GRAZIE
Come è dificile, almeno per me, accettare quelli che ritengo ” improvvisi cambiamenti”. In questo momento mi sento confusa e frastornata, non c’è più il bambino di pochi mesi fa, vedo un ragazzino che ora appare sicuro e sfrontato, che anela sempre a qualcosa e non si accontenta mai di ciò che ha, e questo mi spaventa. Poi lo ritrovo la sera dubbioso e ansioso per quello che lo aspetta, dispiaciuto per ciò che ha perso. Ed io ….. talvolta annaspo cercando le risposte alle sue innumerevoli domande. Così è …sono come sono. Baci.
Dicono…non te ne accorgi nemmeno ed il tempo passa e loro crescono… NON E’VERO ! Ogni piccola cosa sottolinea impietosamente il loro spiccare il volo…. Non si può non accorgersene! ed io HO PAURA ! E vorrei sapere come sara’ … BACI
Ciao mie belle mammine spaventate. E’ tutto il giorno che vi penso, tra le mille cose da fare. Per questo vi mando baci e abbracci allegri a pioggia, e vi chiedo di non avere paura. Contemplateli, trovate risposte,e se non ci riuscite pazienza, aiutateli a spiccare il volo, a cercare la loro identità o a definirla, mettetevi da parte se necessario. Noi non siamo mica onnipotenti, siamo solo mamme. La paura mandatela al diavolo. E poi usciamo insieme più spesso solo noi ragazze per chiacchierare un po’, che anche questo fa bene a tutti ;-).