La tristezza ed il tavolo

Quando Tizianeda è triste triste, lei pensa ad un tavolo.
Perché, quando era una bambina dalla sensibilità complicata, e il mondo che le girava intorno infastidiva la sua fantasia anarchica, andava da quel tavolo scuro e solido della stanza da pranzo di casa, si accovacciava tra le sue gambe storte e scompariva . Seduta sopra il pavimento rosso, guardava i suoi pensieri che correvano veloci. Pensava indispettita ai grandi, alle loro vite strane con tante parole e troppe cose da fare.
Poi, si sa che quando si è bambini all’improvviso la rabbia e la tristezza passano e si dileguano. Allora lei usciva dalla sua tana domestica, per rientrare nel presente giocoso con i fratelli.
Quando Tizianeda è triste, ora che bambina non sarà mai più e se la deve cavare come un abile funambolo incosciente tra tante storie da tenere salde, tra il lavoro con dentro decisioni da prendere, scelte da fare persone da incontrare o con cui scontrasi, quando tutto questo le costa una fatica triste, lei pensa al suo tavolo di tanti anni fa, che fermava il tempo che era grande e solido come una nave solitaria nell’oceano, e che oggi ha perso la magia .
E allora aspetta che la tristezza passi, mentre attraversa vibrando la sua vita strana da adulto, con tante parole e troppe cose da fare.

Tizianeda

7 thoughts on “La tristezza ed il tavolo”

  1. marinella ha detto:

    Dolce Tizianeda, visto che di parole ne hai tante, ti lascio solo una canzone, che è anche una splendida poesia. Salta la pubblicità, e balla! http://www.youtube.com/watch?v=V8VwvO0ewDE&feature=share

    1. Tizianeda ha detto:

      Grazie Marinella , poi quando torna il tipo che erra mi faccio un bel giro di danza anche con lui ! Baci

  2. bianca ha detto:

    …io ricorro al “dietrostanza” della nonna B., luogo misterioso e fantastico dove riuscivo a immaginare anche i “giocattoli” dato che, sola soletta fino all’età di sei anni (non sono andata neanche all’asilo), i miei erano semplicemente due o tre pentoline e, credo, qualche bambolina (o forse immaginavo anche lei?)!! …eppure…non mi sentivo sola….come invece mi accade anche ora..quasi cinquantenne…che di gente intorno ne ho qualcuna in più….ma “troppe” in meno!!!
    un beso….

  3. EmmeGiElle ha detto:

    ed arrivi tu ad aprire il cassetto dei ricordi… una cameretta per due, un letto a castello, io troppo poco impavida per dormire al piano di sopra e nei miei momenti bui mi chiudevo al piano di sotto appedendo dei plaid tutt’attorno…e me ne stavo li e non concedevo l’ingresso a nessuno, quel posticino era mio e mio soltanto e tutto il resto del mondo rimaneva chiuso fuori finchè tutto passava e sbucavo fuori ! 🙂

  4. Aruta ha detto:

    Quando la dolce tizianeda è triste, deve pensare che il tavolo solido e scuro, che fermava il tempo, che era grande e solido come una nave solitaria nell’oceano, che la ospitava arrendevole e muto e che era l’ancora del mondo che le girava intorno, oggi si è trasformato in lei, che, con la sua biricchina fantasia e con la sua voglia di “accogliere” grandi e piccini, è diventanta quel porto sicuro, il perno degli eventi, il luogo a cui tornare, come è la mamma per i suoi bambini, come è la moglie per gli sposi erranti, come è la sorella e cugina affettuosa per i suoi congiunti, come è tizianeda per questo blog e per coloro che vi entrano in cerca del ricordo del loro tavolo solido e scuro, che faccia passare i cattivi pensieri, non avendo più l’età per il sacchetto acchiappa incubi.
    Ps me lo ricordo bene quel tavolo, se si potesse provare ancora … magari!!! Ti abbraccio

  5. Tizianeda ha detto:

    Che bello leggervi…guarda un po’ quanta forza empatica produce la tristezza! Grazie grazie grazie per le vostre preziose condivisioni.

    p.s.. Aruta sotto il tavolo ormai non ci vado più (anche perchè non entro!). ma lo stesso non è stato lasciato solo, oggi ci sono altri sorprendenti bambini che vanno a fargli compagnia.
    Un bacio allegro a tutte voi 🙂

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