Ott
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“Signora buon pomeriggio chiamo dalla scuola media di sua figlia…. abbiamo pensato a lei in qualità di rappresentante di istituto e quindi le chiediamo di candidarsi”.
Tizianeda che avrebbe potuto dire cose del tipo “ Gentile signora della scuola media di mia figlia, sono lusingata per questo invito che denota stima, ma i molteplici impegni che mi vedono protagonista e da me assolti con modalità ineccepibili mi costringono a declinare la richiesta”, invece ha detto “Ehm……grazie ma già ho la sensazione di fare tante cose e tutte male e francamente non vorrei infoltire l’elenco”.
Questo il brillante esordio di Tizianeda nella scuola media della decenne, neofita frequentatrice della classe prima, il venerdì pomeriggio prima di varcarne la soglia per incontrarsi con gli insegnanti della ragazzina.
Perché venerdì è stato un pomeriggio di votazioni ed incontri nelle scuole media ed elementare dei due minori, contemporaneamente e nello stesso orario, costringendo Tizianeda a esercitare il talento matriarcale dell’ubiquità.
In questo correre nevrotico ha carpito notizie e informazioni sulla vita scolastica dei due. Ha appurato che il laconico “tutto bene tutto ok” usato dalla decenne come risposta univoca e monocorde alle domande invasive di Tizianeda sul suo profitto, sono condivise dalle insegnanti, anche se espresse con frasi più articolate e complesse.
Poi Tizianeda veloce come Wonder Woman, si è catapultata nell’altra scuola per ascoltare le maestre del seienne il cui responso anelava come la profezia di un oracolo. “Signora il bambino è bravo ama particolarmente la matematica ma durante le lezioni a volte si assenta, noi lo richiamiamo ma lui sembra non sentirci”. Questo mi ha detto la maestra di matematica, bionda e piena, come una dea dell’Olimpo.
“Lo so” ha risposto piano Tizianeda.
Lo sa, perché anche a casa all’improvviso il piccolo sognatore varca i confini della nostra dimensione spazio-temporale per viaggiare chissà dove.
Lo sa perché il quasi settenne ti spiazza con domande tipo “ma perchè tu e papà non mi avete chiamato Gesù?”
O che dice cose tipo”quando il bambino fastidioso è fastidioso io non voglio fare come lui altrimenti mi riempio di negatività, perché io sono pieno di positività”.
Che ha declinato l’invito a far parte del “club” del compagno più temuto della classe “mamma io sono contrario ai club io voglio solo essere amico”
Che zio Peppino,fratello di Tizianeda, dopo neanche un mese che aveva occupato il suo spazio tra noi umani, ha ribattezzato piccolo Buddha per quella sua aria serafica e distaccata.
Che ama il gioco delle bocce come un tranquillo pensionato.
Che ha inventato un mondo abitato da minuscoli esseri fluttuanti, nati da un uovo, che parlano il mimiese una lingua che solo lui capisce.
Che dice che il mondo sarebbe triste senza le ragazze.
Che disegna continuamente bambini felici e saltellanti con le braccia e le gambe mai in asse, che sconfiggono mostri, vivono fantastiche avventure, e che fa vivere sul suo diario i quaderni i libri ed ogni spazio bianco che trova, del tutto incurante delle minacce di Tizianeda.
Per questo Tizianeda alla maestra ha risposto piano : “lo so”.
O forse avrebbe dovuto dire “maestra tranquilla, tutto bene tutto ok”.
ahahaha….non vedo l’ora di riabbracciarvi!
Anche noi! 🙂