Chi sono quei quattro?

Ci sono quattro persone,  che camminano più o meno vicine lungo un tragitto. C’è un tipo ossuto e scuro che emette inquietanti versi “tszi tszi gnieee tszi tszi”, che riecheggiano sopra i marciapiedi. C’è una tipa magra magra con la testa cosparsa di molle bionde, alta quanto l’ ossuto e scuro. Lei ha due orecchie nere  e lunghe che le spuntano dalla  testa . Poi c’è anche un’altra tizia, un po’ più alta di quei due, con lo sguardo che è a tratti  un misto di “e va be’, devo fare qualche cosa, ma guarda tu”. Ha la giacca fucsia e le ballerine ai piedi verde smeraldo. Che chissà che le passava per la testa prima di vestirsi così a muzzo. E in fine, c’è l’ultima tipa. Cammina un po’ distante dal gruppo, un po’ più avanti, facendo finta di essere sola. E’ carina con le sue eteree scarpette cipria ricoperte di borchie acuminate, felice sintesi di quello che lei è adesso. Questo insolito consesso potrebbe essere:

a) Una setta strampalata predicatrice dell’accostamento cromatico libero (a muzzo appunto), adoratrice di versi onomatopeici,  conigli e rock and roll .

b) Quattro pazzi fuggiti dal manicomio.

c) I coraggiosi Hobbit della Compagnia dell’Anello venuti a salvare la Terra di Mezzo dagli oppressori.

d) O semplicemente, un settenne che gioca per strada. E mentre cammina delizia gli astanti con un piacevole  sottofondo musicale rap, emesso dalla sua bocca sputacchiante. La cugina coetanea del settenne che si crede sua sorella gemella, con in testa il cappello da coniglio arrivato qualche mese fa  dall’America,  dentro una scatola. Tizianeda con le sue ballerine verde smeraldo che le ricordano tanto le pantofole di feltro che aveva quando era ragazza e studiava all’università dall’altra parte del mare. Quelle pantofole che una volta si è dimenticata di togliere. Così è uscita da casa per recarsi nel suo serissimo Ateneo oltreconfine, ignara degli accessori discreti ai piedi, valorizzati da spessi calzettoni bianchi. Tizianeda che pensa anche  ai due aggettivi  usati dal settenne per il compito a casa: ”cicciottella” e anche “un po’ grassottella”, che pensa alle zucchine e alle pietanze tristi tristi. Che si chiede perché le maestre assegnano ai minori  testi  intitolati “Descrivi la tua mamma” – “Devi per forza metterci questi due aggettivi?”, “Mamma la maestra vuole che diciamo la verità” , “…” -. E in fine la undicenne, che cammina un po’ lontana senza perdere di vista gli altri. Lei avvolta negli effetti psicotropi  della pre-adolescenza. Che, prende distanza e misura da quei due piccoli debosciati e strambi come l’infanzia e dalla tipa con la giacca fucsia e le scarpe verde smeraldo che è lì con loro e li guarda  beata e divertita anche se a tratti ha un sussulto pensando alle zucchine, alle pietanze tristi tristi  e alla dieta che prima o poi dovrà iniziare.

 

 

 

 

Tizianeda

4 thoughts on “Chi sono quei quattro?”

  1. Guendalina ha detto:

    L’accostamento cromatico che hai descritto mi ha messo allegria. Saluti strampalati da una Strana follower. PS. Messaggio in codice…attenta, su google+ sei stata attaccata dal nemico…

    1. Tizianeda ha detto:

      A me mettono allegria i tuoi saluti strampalati. Ciao Strana!

  2. la Cicala ha detto:

    Mi sarebbe piaciuto incontrarvi!
    Sicuramente avreste attirato la mia attenzione…soprattutto con quella giacca fucsia. Che spettacolo!
    C.I.C.

    1. Tizianeda ha detto:

      Cara C.I.C., possiamo sempre incontrarci qui nella terra capovolta! Grazie per essere venuta a trovarmi…ricambierò con piacere!!

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