Mag
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E’ arrivata in tempo, appena in tempo con passo veloce, di chi è abituata a corse funamboliche come le donne, come le mamme come chi lavora, come chi crede che a quella festa lì per strada non puoi mica non esserci. Chè non si può dire di credere in qualcosa e di crederci proprio tanto se poi non partecipi, se non porti la tua anima e il tuo corpo, se manca il tuo sorriso e la tua forza. Non poteva non esserci lei, che quando vede quei film di diritti negati di libertà soffocate di discriminazioni e prepotenze, si commuove e indigna, come se quelle cose brutte le si insinuassero dentro. Che guarda quei film e spera che i malvagi perdano e male, e poi impreca ad alta voce e gesticola, disturbando la visione di chi le sta accanto (solitamente lo Sposo Errante sostenitore semi rassegnato del silenzio tombale durante la visione casalinga). Non poteva non esserci lei, con quei ragazzi e ragazze coraggiosi, che nella sua piccola città sbilenca, si sono radunati sulla via principale, proprio sulle scale del Teatro che guarda le stanze dei potenti nel palazzo di fronte. Lei che è arrivata e lì ha incontrato le facce di chi c’è sempre, ha visto qualche mamma vicina ai propri figli, ha visto Eleonora l’amica con gli occhi da aliena e i capelli colore della terra, ha visto bambini e facce sorridenti. E poi ha incontrato loro i ragazzi e le ragazze che volevano raccontare con un gesto lieve e delicato la normalità dell’amore. Raccontarla ai riottosi, a chi ha paura, perché da sempre gli è stato insegnato altro, alle persone che non si sono mai soffermate pensando “tanto a me che importa”. Ha incontrato i ragazzi e le ragazze che su quelle scale si sono baciati per dire che l’amore è amore e basta. Si sono baciati per dire che se un diritto viene violato o non riconosciuto tutti finiamo per implodere. Si sono baciati per chiedere di non avere paura, chè si ha paura di quello che non si vede e non si conosce. Si sono baciati per dire che l’omosessualità non è una malattia, si sono baciati perché sanno che la lotta per i propri diritti vuole gesti, coraggio, visibilità e un po’ di sfrontatezza. Si sono baciati perché vogliono poterlo continuare a fare ma non sulle scale del Teatro Comunale. Si sono baciati perché l’omofobia quella sì, è spaventosa come una malattia mortale.
Tizianeda
Il mio corpo non c’era, ma la mia anima sì, soprattutto dopo aver letto questa cronaca e quella piccola città sbilenca per il tempo di un bacio, si è trasformata nell’ombelico del mondo…
Cara Guendalina, le tue incursioni nella terra capovolta la rendono più lieve e colorata. Grazie ma veramente!