Come papà

“Mamma, posso ripeterti la poesia?”
“Certo dodicenne, dammi il libro… uh ma è quella del Foscolo, “A Zacinto”, ma quanto è bella… così struggente… e….”
“Mamma!”
“Ok, vai…”
“Né più mai toccherò le sacre sponde ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia……”
“Mamma mia, mi sono commossa, ma la senti la musicalità, la senti?”
“No”
“Vuoi che troviamo su internet qualche attore che la recita così la senti la musica? Ok, accendo il pc”
“Mamma, non ti ho detto sì, non ti ho neanche risposto”
“Guarda, questo ha un bella faccia…ascoltiamolo…….ti è piaciuto?”
“Sì, molto bravo”
“Ne troviamo altri e poi decidiamo chi è stato il più bravo? Ok cerco…”
“Mamaaaa…”
“Il più bravo è stato il primo”
“Decisamente”
“Ne cerchiamo altri?”
“No, basta”
“Che ne dite allora se decidiamo che oggi è la giornata “parliamo tutti come attori scarsi che recitano poesie?””
“…”
“Mamma, no, questo gioco mi fa innervosire e mi distraggo dalle scienze”
“Santo cielo, ottenne, oggi è domenica. Ma dovete essere così seri seri, voi due?”
“Come papà, mamma”

P.S.: questo post è dedicato a chi conosce la nostalgia per la propria terra lontana, proprio come la racconta il Foscolo nella sua “A Zacinto”. E’ dedicata a tutti i miei fratelli del sud suddissimo, che lasciandolo, cercano il loro futuro altrove. E’ dedicato a tutti i migranti, perché trovino sempre un luogo che abbia cuore e anima che li accolga e una casa con la sua vita minuta.

Tizianeda

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *