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Ogni domenica mattina, solitamente di buon’ora, Tizianeda esce sola, per recarsi in un posto che le piace tantissimo. E’ un luogo colorato e arioso, pieno di gente placida e rilassata. Le piace guardarsi intorno, assistere agli incontri che avvengono in quella piattaforma circondata da case basse. E’ una piazza, piccola e raccolta. C’è anche una chiesa dal cui portone di legno alto, la piazza sembra iniziare, come un fiume dalla sorgente. La chiesa ha un bassorilievo sulla facciata, che intuisci cosa raffiguri, ma non lo puoi vedere. E’ impacchettato da tempo immemore come un’opera di Christo, l’artista che avvolge con stoffe bianche o colorate, ponti, palazzi, cattedrali, foreste, isole, confezionandoli alla perfezione.
Tizianeda, quando è lì, coinvolta dalla movida mattutina, ama fermarsi e chiacchierare. Lo fa con i signori dietro i banchetti, ognuno sotto uno stand giallo acceso. Lei, come gli altri è lì per acquistare o anche solo osservare, conserve, arance, mandarini, broccoli, annone, formaggi, salumi, mele, olive, patate, miele, lattughe e ogni prodotto stagionale del suo sud suddissimo. Tutti a emanare colori e profumi, che si mescolano e sovrappongono nell’aria ancora tiepida. Le piace anche chiacchierare con i clienti. Le piace che l’età media è di circa settant’anni, il che rende il tutto molto più lento e placido.
Tizianeda per uniformarsi alla moda del gruppone della piazza, reca sempre con sé l’accessorio più trendy tra gli astanti. Così ogni domenica – quando arriva in quella piazza assolata (quasi sempre. Non si vive al sud suddissimo per caso!) piena di gente e delle loro voci garbate, di colori e aromi, di movimento calmo, di strette di mano, di incontri in cui ci si rivolge dandosi il “voi”, di cappelli sollevati dalla testa in segno di saluto, di chiacchiere e sorrisi – insomma in questo mondo domenicale qui, anche lei può esibire con orgoglio il suo carrello della spesa, quello con le rotelle, quello di stoffa, quello con la fantasia a scacchi, quello che quando lo trascini, nel silenzio del giorno festivo, rumoreggia sull’asfalto. Fino a che Tizianeda non arriva nella piazza, e ogni suono si mescola e confonde allegramente.
P.s.: Caro Babbo Natale, il mio carrello della spesa, usato ormai da tempo immemore, è lacerato e consunto. Ti chiedo quindi un nuovo carrello della spesa, super accessoriato, veloce e silenzioso. Ricordati che la fantasia glamour più richiesta è a scacchi. Meglio se nocciola e marrone.
Con l’affetto di sempre.
T.