Secondo me la donna

“Figlia mia, guardati come sei sciupata, fai troppe cose, finisce che ti esaurisci…”
“Mamma vecchietta, a me piace fare le cose che faccio, per me sono irrinunciabili, mi fanno stare bene, mi fanno sorridere …”
“Ma la famiglia e il lavoro…”
“Oh mamma vecchietta, lo sai quanto amo la mia famigliola, ma … non mi basta”
“Io ho rinunciato a tante cose per la famiglia”
“E con quanto dolore ogni volta lo dici, mamma vecchietta…”
Mi hai chiesto un bacio poi, ché non te ne do quasi mai di baci e abbracci, e sono sempre di fretta. Hai ragione. Lascio che le distanze prevalgano su tutto il resto. Quelle che ho iniziato a delineare dall’adolescenza, nel tempo in cui il bisogno di libertà e identità è diventato urgenza e così lontananza.
Sei tornata a casa tua, attraversando il pianerottolo, lasciandomi con la giornata da sferruzzare tra le mani, pazientemente, come un gomitolo di lana. E’ vero sono stanca, e con la paura dell’inadeguatezza in agguato. Con il pensiero di fare davvero troppe cose e quindi nessuna veramente buona. Di non essere costante presenza per le persone che amo. E’ un attimo, è quell’attimo donna. Poi passa. Sai cosa dice Gaber in un monologo? Che la donna qualsiasi cosa scelga di fare sbaglia. E’ sempre stato complicato essere noi. Ai tuoi tempi, forse di più. Vi insegnavano come un dogma che la donna dovesse rinunciare e rinunciare e rinunciare. Io non lo faccio, mamma vecchietta. Mi tengo stretta al cuore la mia famigliola e libero le mie passioni, anche se devo rubare il tempo al sonno, anche se a volte ho paura, anche se a volte penso di non riuscire a tenere compatte le vite che mi girano intorno.
Saresti stata un’apprezzata insegnante di lettere classiche al liceo, avresti insegnato il greco che amavi tanto e la mitologia che ti fa ancora illuminare. Hai scelto poi la scuola media a pochi metri da casa. Eri brava. E’ andata così.
Io non rinuncio mamma vecchietta, la vita ha fin troppe insidie dolorose. Sono salita sul filo del funambolo e non scendo più. Da lì guardo l’orizzonte lontano che mi fa respirare, allargare lo sguardo, mi regala attimi irrinunciabili di bellezza. Da lì sorrido di più. A tutti.
Domani, mamma vecchietta, ti darò tanti baci.

Tizianeda

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *