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Ha chiacchierato via skype con un’amica, per ora nella città più bella del mondo, l’amica che vede gente e fa cose. Hanno un progetto in comune e in attesa che ritorni nel sud suddissimo, si sono dovute coordinare. E’ stato divertente. E’ stato bello. Tizianeda, ora, inizia a sentire un po’ di ansia da prestazione per questa cosa che insieme dovranno fare, il 9 maggio. E poi si vedrà.
E’ andata a una festa di compleanno di un bambino di cinque anni, con tutta la famigliola. Lì ha pensato che se dio esistesse, sarebbe un bambino così, che sorride, che ti prende per mano, ti tira forzutissimo, si sdraia a terra perché gli piace, che chiede ai grandi di farlo anche loro, perché insieme sdraiati a terra a guardare il mondo, tutto appare più bello. Perché a stare seduti composti e rigidi in quel modo dei grandi, finisci che la felicità non la vedi. Sì dio, se esistesse, sarebbe un bambino di cinque anni con i cromosomi speciali.
Ha visto signore e signori vestiti di bianco, tutti in piedi su una rotonda affacciata sul mare della sua città sbilenca. Tutti ordinati, tutti composti, tutti a muoversi sincronizzati e lievi senza spostarsi, tutti a fare TaiChi, quella disciplina orientale che sembra un inno alla lentezza, tutti ad accarezzare l’aria, ad addensare il tempo. E a guardarli Tizianeda si è sentita come innamorata.
Ha ascoltato la tredicenne ripetere le lezioni di Storia. Così, passando da una stanza e l’altra dei 90 mq e un po’ di nascosto. Ed è stato strano sentirla narrare eventi catastrofici e drammatici con la sua voce da adolescente, come se tutto si riconciliasse finalmente in quel punto lì, su quella sedia, dentro quegli occhi dal colore senza nome.
Ha ricevuto, grazie al magico e gentile mondo di wathsApp, fotografie del novenne con la divisa scout, lontano, ma non troppo, per un pernottamento. E nel guardarlo così sereno e sporco come devono essere i bambini che si divertono e disordinato come è lui, le è venuto da sorridere tanto e poi le è venuta la nostalgia. E ha pensato che uno dei tanti ingarbugliati sentimenti che si innestano in una mamma non appena il bambino esce dalla pancia, è proprio questo sentimento qui. Che per gettare nella mischia del mondo un figlio, te ne devi proprio separare. Di solito non ci pensi e ti senti una mamma in gamba e quando partono sei anche contenta. Poi ti arrivano improvvise le foto, che tu sei qui e lui è lì, e insomma capisci che sei solo una mamma pappamolla. Una tra le tante.
Vabbè ciao. Un saluto allegro a tutti voi.
Tizianeda