E poi sono tornata

Sono partita. Sono partita con quei due, la tredicenne e il novenne. Siamo andati nella città piena di cupole e campanili che mi piace, che ci devo ritornare per la sua bellezza che non smette di attrarmi, per la casa luminosa e riposante che mi aspetta ogni volta che arrivo. E lì, dentro, tra le stanze, i suoi abitanti ad accogliermi con “pane e tulipani”, ormai da più di quindici anni. Sono partita che era venerdì pomeriggio e tornata che era domenica mattina. Sono partita perché volevo essere mamma e basta e compagna di giochi, senza il fastidio degli incastri e dei doveri. Sono partita perché forse se cambiavo città, la finivo di svegliarmi quando è notte, in quelle ore in cui i sogni si fanno consistenti e ti raccontano quello che il giorno non ti sa dire. Sono partita perché settembre è stato una diga con l’acqua che trabocca. Bisogna allontanarsi, a volte, cercare un altrove quando senti di avere troppi cuori, troppi respiri e ritmi e battiti e parole e silenzi, troppe stanze abitate. Quando le vite si sommano e il tempo che rubi e ti ha reso ladra ti sperde. Sono partita, perché la lontananza ti fa vedere le cose da un’altezza serena che ti riconcilia. E poi, sono tornata e ho misurato la nostalgia, la mia, di chi ho lasciato ad aspettarmi.

Tizianeda

4 thoughts on “E poi sono tornata”

  1. Camilla ha detto:

    Mi cullo nelle tue parole come se fossero la traduzione di quello che sento in fondo, in fondo dove nessuno vede. Forse avrei bisogno di allontanarmi qualche ora anche io.

    Un abbraccio e un sorriso

    Camilla

    1. tizianeda ha detto:

      Un abbraccio anche a te, mia cara Camilla (fuggi nel sud suddissimo io ti aspetto con i miei free hugs 😊)!

      1. Camilla ha detto:

        Mi piacerebbe un sacco! 🙂

        1. tizianeda ha detto:

          Organizziamoci…

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