Il comodino c’est moi

Sul comodino, che mi sta vicino, quello che accompagna il respiro del sonno e guarda fermo i sogni della notte, c’è una catasta di libri. Disordinata, senza una logica o una spiegazione. Ci sono fogli sparsi macchiati di parole, da ripescare nel momento del bisogno. Parole appoggiate una sull’altra in frasi brevi e musicali, come organetti antichi, come colonne oscillanti a un attimo dal crollo. Poesie, frasi, versi trovati, stampati, poggiati lì sul comodino, a ispirare il sonno. Ci sono anche disegni di bambini volanti, per arieggiare i sogni e renderli lievi, facilitare il risveglio e il buon umore. Sul comodino c’è il diario della pittrice messicana, pieno di colori e dolori. Se lo apro ti assalgono, ti ricoprono, ti raccontano bisbigliando. Per questo non lo leggo più da un po’. Però è lì che dorme insieme a me, che regalo a Frida i miei sorrisi intimi di donna, a lei che non aspetta baci e principi.
Sul comodino c’è il libro di un sociologo che scompone l’amore, come un medico legale sul letto di un obitorio. I sociologi non dovrebbero parlare d’amore. Meglio i poeti, che non usano bisturi riducendolo a brandelli. Meglio i poeti che sentono, senza toccare e possedere. Sul comodino c’è una matita rosa e una viola. Ogni tanto scompaiono, tra le pagine e le parole. C’è polvere sul comodino, tra gli spazi vuoti. Sul comodino, ci sono i miei collant neri, poggiati a caso. A ricordare una giornata densa, della quali mi sono spogliata, almeno per un po’. C’è il mio cellulare spento, con una custodia fucsia. Riposa anche lui. Lo guardo e penso che me ne dovrei liberare. Ma non lo faccio mai. Sul comodino ci sono i pensieri, da sistemare durante il sonno, da tenere quieti. Sul comodino ci sono io che sono parole, silenzi, polvere, colori, fogli sparsi, storie da dire, un collant nero dismesso, da indossare il giorno dopo. Perché i comodini un po’ ci rappresentano. E io, temo di essere un gran casino. Quando mi sveglio farò ordine, togliendo qualcosa, sistemandone meglio qualche altra.

p.s:no, non è vero, non toglierò un bel niente. Aggiusterò solo le simmetrie, indosserò le calze nere e accenderò il cellulare. Del mio comodino non cambio nulla. Forse aggiungerò qualcosa.

Un saluto allegro a tutti e amate il comodino che è in voi.

Tizianeda

4 thoughts on “Il comodino c’est moi”

  1. fran ha detto:

    Non capisco un cazzo

    1. Tizianeda ha detto:

      France’, tranquillo, il blog non misura il tuo Q.I.. Succede che uno non capisca …

  2. stefania ha detto:

    Io ho due comodini. Tutti e due zeppi stracolmi di libri classici e moderni, di autori illustri e di illustri amici,di sigarette elettroniche di vari modelli, creme per le mani, flaconcini di integratori, la tazzina del caffè di stamattina e il vasetto di yogurt di stasera. 😊😊 figurati se non amo i miei comodini. Guai a chi me li tocca!

    1. Tizianeda ha detto:

      Viva i comodini pieni!!! 😀

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