Apr
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Era terrorizzata che lui potesse avere un crollo nervoso. Ogni tanto guardava l’afflitto per infondergli speranza nel futuro e la certezza che sì ce la poteva fare e che quel momento sarebbe passato. Ma non passava. Il braccio da dietro la tenda sbucava e appoggiava sull’appendiabiti umano altri vestiti, pantaloni, camicette, golf, giacche, accessori colorati. Mano a mano che la montagna di stoffe aumentava, lo sventurato sembrava invecchiare di qualche anno, piegarsi sotto il peso delle stoffe, perdere fiducia nell’umanità, di genere femminile perlopiù. Sommessamente infilava la testa dentro il camerino dove la compagna stava misurando tutto il negozio. “A che punto sei, andiamo?”. Lei rispondeva “Allora come mi sta?” e lui sempre :”Bene ti sta bene”, guardando non lei ma l’abisso davanti a lui. Poi la donna si è rivestita e sono andati via.
Tizianeda è certa che quando la donna del camerino indosserà i vestiti acquistati su consiglio del compagno, le amiche sincere o la madre spietata, come spietate sono solo le madri, le chiederanno come ha potuto acquistare quel pantalone che le fa fuoriuscire tutti rotoli della pancia, la gonna che evidenzia il culone o la camicetta di quel colore che la fa tanto assomigliare alla prozia Concettina, che ha i baffi e il doppio mento. Così quei vestiti non verranno mai più indossati finendo dimenticati dopo tanto patire dell’uomo, nel fondo buio di un armadio. Quanto allo sventurato, che il cielo lo assista.
#Lasciateliacasa. Campagna a favore degli uomini costretti ad andar per negozi con le loro donne.
Tizianeda