Mag
“Mamma, esci sempre, noi ti vogliamo a casa!”
“E’ vero mamma, esci sempre”
“Ma ragazzi cosa dite? Esco ogni tanto”
“State esagerando, e poi che male c’è se vostra madre sta qualche volta con le amiche’”
“Sì, papà, però quando non esce non c’è ugualmente, è sempre giù allo studio”
“Veramente lavoro perlopiù quando siete a scuola e poi il pomeriggio sono tutta per voi”
“Sì però non mi va, sono gelosa”
“Santocielo! Una volta era vostra nonna, ora voi … “
La sera dopo sono uscita, con le amiche. I due erano tranquilli nonostante il sermone attorno alla tavola della sera prima: “divertiti mamma” “grazie tesoro” “e non fare tardi” “no, non facci tardi” “voi coricatevi presto” . Dinamiche di un interno familiare in cui a volte i ruoli misteriosamente si mescolano e si ribaltano.
Poi si esce e rimane il filo dei messaggi.
[tutto ok?]
[yes tranquilla mom, divertiti]
[tra un po’ sono a casa coricatevi]
[siamo coricati … nel tuo letto]
[non esiste]
[ti abbiamo lasciato spazio
ti amiamo
ti veneriamo
ti benediciamo]
[vabbè dormite
ruffiani]
[Grazie tvb]
Quando sono tornata erano lì spalmati sul letto tra la veglia e il sonno. Ad accogliermi lei con le sue morbidezze di ragazza adolescente e lui caldo di un’infanzia che resiste nei suoi dieci anni. Mi sono sdraiata in quel minimo spazio che mi avevano lasciato nel lettone, approfittando dell’assenza del padre. Erano contenti di avere conquistato per una notte quel posto placido, come il ventre materno che li ha protetti prima che imparassero l’aria. Due piccoli pesci addormentati che respirano. Assorbo la loro innocenza, la loro felicità fatta di sogni e presenza e calore. Li guardo. I figli quando dormono ritornano alle madri, ritornano al buio che li ha custoditi per nove mesi. Penso a mia madre che non usciva mai e di quanto alla me adolescente quella presenza senza interruzioni non piacesse. Si sbaglia sempre, in qualche modo. Poi è arrivato il sonno e sono ritornata figlia.
Alle madri, agli uomini madre, alle donne madri senza figli, alle persone belle che si prendono cura dei figli di questo mondo spaventoso, ai figli delle madri che sbagliano e quindi ai figli di tutte le madri, alle madri che non ci sono più, a mia madre, ai miei figli. Felice festa della mamma.
Tizianeda