Il fiore della mancanza

Si aggira per casa, a volte, come persa. Ha preso possesso del suo letto, cuscino, lenzuola, federa. “Mi annoio senza di lui” ha detto “e mi manca” ha continuato. La quattordicenne prova quel sentimento umano partorito dell’amore: la mancanza. Ce l’ha impressa negli occhi, nella camminata per le stanze, nel silenzio anche. Intima misura del suo sentire per il fratello, che in questi giorni non vagola nei 90 mq con la sua presenza invasiva. Partito con il suo gruppo scout. Niente telefonate, nessun messaggio. Coltiva pazientemente l’attesa di quando andremo, noi tutti della famigliola, a prenderlo e riportarlo a casa. Di quando lui, le andrà incontro, l’abbraccerà e insieme si allontaneranno in quel luogo diventato a lui familiare. Si racconteranno nel loro linguaggio esclusivo di fratellanza. Li vedo. Lo so. L’amore è un giardino nascosto che va coltivato. Bisogna tenerci, esercitare la tenacia e la cura. I fiori piantati sono tanti, tutti preziosi per creare l’armonia. Anche quello imprescindibile della mancanza, che ci sussurra e dice, che ci riporta con il battito e il respiro dove vorremmo essere.

Tizianeda

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