L’onestà del mare

Erano bellissimi. Lui era accanto a lei, con il braccio appoggiato al suo fianco. A un passo della battigia, entrambi fermi rivolti verso il mare. Quando è arrivata sulla spiaggia nel suo giro mattutino di passi veloci, Tizianeda li ha visti così, come due innamorati che non hanno bisogno di parlare per dirsi. Li ha visti avvolti da una lontana malinconia che li rendeva distanti e magici. Un’immagine lieve dentro la luce del giorno e i colori di questo sud azzurro, bianco e rosso delle reti della pesca.
Lui è l’amico pescatore di Tizianeda e lei la sua compagna di viaggio e di raccolto, la barca. La mattina lo incontra quando arriva sulla spiaggia. Si salutano, si sorridono, poi lei prosegue. A volte si ferma un po’ di più, quando capisce che il vecchio pescatore ha desiderio di parole. “Non l’ho vista in questi giorni” “Ero a pescare in Sicilia. Un giorno di questi la porto con me”. E a Tizianeda piacerebbe davvero un giorno di questi partecipare al raccolto del mare con il suo amico pescatore, partire per le onde della Sicilia e sentire lo stupore di un mare ancora pieno.
Ora si porta questa immagine, come un amuleto scaccia tristezza. Si porta l’intimo gesto d’amore del pescatore e della sua barca. Si porta la loro maestosa immobilità. E anche il mare si sarà inchinato davanti alla devozione di chi sa il richiamo delle onde, di chi ne riconosce il linguaggio e i mutamenti, di chi si rivolge alla sua onestà, volgendo le spalle alla terra e alle sue vicende caotiche e incomprensibili.

Tizianeda

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