Todo cambia

Il decenne ha superato il varco delle scuole primarie, e si è teletrasportato nel triennio della scuola media. Non sarà più “ciao maestra come stai?” ma “buongiorno professoressa” e c’è una bella differenza. Ha affrontato il primo giorno di scuola con stoica partecipazione emotiva/corporea e dopo essersi rassicurato che i nuovi compagni non sono dei mostri e le prof hanno le stesse sembianze umane delle maestre, ha inforcato come nuovi occhiali il cambiamento. Il più grande per lui, la conquista della solitudine di strada. Va a scuola lasciando che la sorella esca due minuti prima e torna a casa senza accompagnatori adulti. Solo una volta Tizianeda lo ha aspettato sul balcone, la prima volta, per non perdersi la bellezza del suo passo orgoglioso, di chi ha aggiunto qualcosa di indispensabile al suo procedere.

La ragazza quattordicenne sembra vivere i tumulti mutevoli della sua età, con una certa pigrizia distaccata. Ha un suo mondo consolidato, di cui Tizianeda vorrebbe sapere di più, superando gli ostacoli della estrema sintesi verbale della figlia. Per questo quando le apre il suo universo mutevole, lo accoglie come una rivelazione mistica. Il più delle volte osserva lei e la sua quotidianità, fatta di youtuber, fumetti manga, gruppi nerd whatsapp, piante da curare, disegni, qualche lettura, tutorial che le insegnino a truccarsi (perché sua madre …), versioni di greco e latino e altra roba scolastica che sembra vivere seraficamente, scrittura a più mani con uno dei suoi gruppi social. Tizianeda dal par suo cerca di stare in silenzio accanto a questa ragazzina – tendenzialmente solitaria e che le sembra solida – e sempre che le circostanze e l’urgenza di rapidi interventi vocali, non la trasformino in una matrigna malvagia, come con il decenne, del resto.

Lo Sposo Errante, ha ripreso il suo vagare mattutino sui treni sbrindellati e strade malferme, che lo conducono nel suo altrove lavorativo. Anche per lui stanno per arrivare importanti cambiamenti che già partono da dentro, che un po’ muteranno gli assetti familiari. Dentro una famigliola si sperimenta per la prima volta la percezione della connessione tra persone. Il cambiamento di uno inevitabilmente incide sull’altro, come nella dinamica delle placche terrestri. Ma su di lui non vi dico altro. Arriverà il momento e ve ne accorgerete. Vi accenno solo che Tizianeda è molto contenta “sarà un po’ come tornare giovani” ha detto allo sposo.

Lei i cambiamenti cerca di guardarli nel volto. La resilienza forse fa parte del codice genetico delle donne. Chissà. O forse è la vita che ti educa oppure ci nasci con la resilienza incorporata, come un accessorio di una macchina.
La verità è che tutto cambia in continuazione, anche quando ci sembra che non accada. Cambiano i rapporti tra le persone, cambiano le situazioni, cambiamo noi, cambia il colore dei capelli, il modo di vedere le stesse identiche cose, cambiano le parole, le dinamiche affettuose, il sentire e l’amare, cambia il corpo, cambia l’arredamento di una casa e il colore delle pareti. Cambiano i vestiti dentro l’armadio e il disordine di una stanza. A volte succede lentamente, a volte è un franare improvviso, a volte l’improvviso è solo apparente, perché prima c’è un percorso lento e impercettibile. Capita di spaventarsi, a volte, capita di doversi fermare per riprendere fiato, di starsene in silenzio, o di piangere perché no. Capitano un mucchio di eventi nella vita che moltiplicano i paesaggi interiori ed esteriori e a volte li sostituiscono. Intanto si spera – a furia di stare sulla strada e di camminarci sopra – di non farsi intimorire o fermare dal mutevole e incontrollabile passaggio del cielo e che le gambe diventino forti, il tronco si raddrizzi e lo sguardo rimanga innocente.

Tizianeda

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