Ott
Ott
“Si vis amari ama, è latino gioia, se vuoi essere amato ama”
“C’è una storia dietro questo tatuaggio, vero?”
“Sì bella, anche se non la dico a nessuno. La conoscono solo i miei genitori, ma a te tesoro, la voglio raccontare”.
Lui è il mio fruttivendolo Gioiatesorobella preferito, mi ha raccontato la storia d’amore che gli ha fatto incidere sulla pelle la frase di Seneca, come atto d’amore e gratitudine, come voto di non dimenticanza. Una storia il cui incipit ha quattro parole antiche scritte con il gesso e presto cancellate, ma preservate per sempre nel cuore di questo ragazzo gigante e morbido, con la voce da bambino. Si vis amari ama. Mi ha raccontato la storia contenuta e sorretta da questa frase. Mi ha raccontato questa storia segreta, come lo sono i sentimenti perfetti e caldi come una coperta, da custodire nella memoria. Me l’ha raccontata in presenza di un decenne incantato, appoggiato immobile al bancone, silenzioso e trasparente, per paura di spezzare la magia di quegli attimi avvolti dalla grazia. Me l’ha raccontata tra i colori invadenti della frutta e delle verdure, tra il giallo, l’arancio, il rosso il verde e il viola, tra le sfumature cromatiche di un pittore felice di esistere. Una storia senza struggimenti, batticuori o spargimento di sangue. Una storia piena di devozione che non può essere raccontata per la commozione che porta dentro di sé, ma solo incisa nel segreto di quattro parole di una lingua sospesa e antica, da preservare dalla dimenticanza, da raccontare raramente a pochi fortunati.
“Grazie per avermi fatto questo regalo”
“Grazie a te gioia, mi raccomando però, è un nostro segreto”
“Sì, la custodirò nel silenzio”
Poi siamo usciti dal negozio, io e il decenne, con la frutta acquistata.
“Mamma…”
“Dimmi amore”
“Ma si è accorto che c’ero anche io?”
“Certo, si è fidato anche di te. Ma hai ascoltato?”
“Mamma, tutto e con attenzione. Tranquilla non la racconterò a nessuno, però pure tu, non la scrivere”
“No decenne, sarà il nostro segreto. Se vuoi essere amato ama. Questa frase però la racconto e tu non te la dimenticare”
Poi abbiamo proseguito in silenzio, il decenne e io. Ho appoggiato il braccio sulle sue spalle, lui ha allungato il suo dietro la mia schiena e abbiamo camminato dondolando nel nostro incedere diverso, abbracciati e silenziosi, uniti dall nostra storia segreta e indimenticabile.
Tizianeda