Il gateau e la borsa di Mary Poppins

“Che hai portato oggi, Olivia?”
“Una cosa buonissima, Tizianeda”
“Dai fai vedere…”
Olivia, che lavora con me chiusa nello studio di avvocata, ha tirato fuori dalla busta un piatto, con sopra un altro piatto. Nel centro la sorpresa. Il pranzo consolatore della nostra giornata lavorativa tra le tristi carte.
Che è vero che gli psicoterapeuti predicano, che non sta bene trovare nel cibo consolazione per le giornate che vorresti essere fuori, anziché dentro, che vorresti essere allegro, piuttosto che torvo, che vorresti incontri felici e gioviali e invece no e poi bla ba bla. Ma gli psicoterapeuti, non hanno mai provato gli effetti psicotropi delle robe buone preparate dalla signora Teresa, la mamma di Olivia, che tanto mi fanno pensare a quelle che faceva nonna santa Gina, la nonna che non c’è più.
E così all’ora di pranzo, Olivia e io, ci siamo spartite una enorme porzione di gâteau, che ci volevano due mani per reggere il piatto.
“Ce lo mangiamo con il pane?” ha detto Olivia. “Va bene” ho risposto io. Che al bisogno di consolazione non c’è mai fondo. E come due muratori alla fine di una giornata spacca cuore, abbiamo glorificato, ognuna nella propria triste postazione all’interno della medesima stanza, il gâteau della signora Teresa, protetto da un panino. La felicità ha profumo di pane e companatico, qualunque esso sia.
“Sacrilegio, nel pane!” ha detto un’amica informata.
“Tizianeda sei toppo piccola per quel paninazzo, non ti entra” ha sentenziato un’altra.
“Sono come la borsa di Mary Poppins” ho risposto “posso contenere tanta roba”. E poi sono dimagrita e voglio ingrassare e poi ho fame.
E ha pensato che dentro, in fondo, siamo tutti fatti così, come la borsa di miss perfezione Poppins. Corpi piccoli e fragili, capaci di accogliere e contenere tanta roba. Come il cibo di tutte le signore Teresa del mondo, preparato con cura, per consolare le giornate che mannaggia a loro.
Borse piene di sorprese, non sempre piacevoli, ché mica siamo come la tata londinese, senza sbavature, con tutto chiaro in testa, con le risposte pronte e un poco di zucchero e la pillola va giù e un autocontrollo da killer professionista. Noi c’abbiamo la confusione in dotazione dalla nascita, che a volte emerge prepotente dal fondo. Tuttavia le sorprese buone che abbiamo dentro, sono lì, insieme a tutto il resto. Profumano di pane e companatico e ti vien voglia di prenderle tra le mani e addentarle, piano, a occhi chiusi, come con i baci.
Così la pillola va giù, tutto brillerà di più e Mary Poppins, per foruna, vola via.

Tizianeda

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