Ago
Ago
“Anche io ho scritto un libro, sai?” Così si presenta, prima che le chieda il nome. “Hai il nome della terra, sai?” , lei allarga gli occhi e mi inonda. Poi parla, Gaia, parla del suo libro, dell’amore per i gatti, i cani, la matematica, la lettura e sorride. La vita è un posto bello, visto da Gaia. I grandi sono scomparsi, anche io e l’accumulo dei miei anni. C’è lei, che mi chiede cosa non capisca della matematica e io non so rispondere. Tutto, credo. Vuole sapere se ho figli, se c’è qualcuno che abbia la sua età, o almeno gli anni vicini ai suoi. Le dico di no, vuole vederli. Le mostro le fotografie sul cellulare. Li osserva. Li studia. Poi sentenzia. Lui secondo me è più simpatico, dice, indicando Domenico. Le sorrido. Non lo so Gaia, a me piacciono tutti e due, da morire. Parliamo a voce bassa, per non disturbare i grandi. Ho sette anni anche io in quel momento, come lei sorrido con gli occhi enormi, invento storie magiche, dove il brutto non esiste, solo l’amicizia e i gesti felici, dove un gatto può diventare amico di un vulcano emerso dal mare, ho anche i denti storti, più di adesso. I grandi parlano e spiegano. Lei mi riporta, tenendomi per mani, allo stupore e alla meraviglia. L’infanzia ha il colore degli alberi, è fresca, piena di fiducia. L’infanzia è gaia.
Tizianeda