Gen
Gen
“Mi sembra che sto rubando gli anni al
Signore”
“In che senso mamma vecchietta”
“Che ancora sono qua”
Ci risiamo. La mamma vecchietta e l’aldilà. Un gioco da ragazze. Di Ottantotto anni. Se sa che lo scrivo si incazza. Ma neanche tanto. Non fatele gli auguri domani se la incontrate, però, che poi capisce che le ho spoilerato il compleanno. Lei che di questa vita un po’ si è suddiata e pensa di essere una ladra di anni. Capirai poi a chi li ruba gli anni. Al Signore Gesù in persona. Che è un po’ come rubare ai ricchi per dare ai poveri. Cioè a noi figli, ai nipoti e a chi le vuole bene. Che vorrei avere davvero le sue certezze sull’aldilà, io che già in questo aldiquà credo a tratti e mi ritiro dentro tane silenziose. Che vorrei davvero mi bastasse un rosario, da sgranare come un mantra che ti connette al divino. E vabbè mamma vecchietta in questo non hai vinto. Peccato che la fede non si passi come i geni. Peccato. Però che belli, mamma vecchietta, i tuoi 88 anni. Hai doppiato l’infinito. Hai vinto strafottendone della mortalità degli umani, come cosa buona e giusta. Così fanno le ragazze ribelli. Tu mi piaci. Molto di più adesso di quando eri madre di figlia con la rabbia nascosta nelle tasche, il mio cibo mal gradito che non sapevo dove nascondere. Non ci siamo capite. Non ci siamo potute parlare. Non era quello il tempo. Ci siamo incontrate da qualche anno. La vecchiaia è un regalo che si fa ai figli, è un permesso di tenerezza. Non importa che sia solo adesso. Sai cosa dice Bollea, quel neuropsichiatra che ho letto perchè avevo paura di diventare una madre disastro? Che le madri insegnano ad amare. Non a essere perfetti, o forti, o senza errori, o difettosi. No. Ad amare. Che non è una cosa che so definire questo amore. Mi scivolano le parole ogni volta. Provo a cucire lembi però, con ogni inesattezza di suono e ne faccio alfabeto. E non importa che tu non mi sappia intera. Perché alle madri mica si può raccontare tutto. Non importa. Mi basta questa tenerezza e la tua voglia di essere sempre madre, anche se ormai, da un po’, tu ci sei figlia.
Auguri mamma vecchietta. Auguri
ragazza ribelle.