Fall in love

 “Pensa mamma, sono così innamorata che gli ho fatto una playlist”,  hai detto, mentre guidavo. Che già non ho una guida a fuoco, io. Che imprudenza, ragazza, poggiare  il tuo cuore sulle orecchie, come fosse semplice, come fosse normale, all’improvviso.  “Te la faccio sentire mamma” Avrei voluto guardare lo spettacolo  che mostri quando parli di lui. E invece fissavo la strada per evitare inciampi di buche e ruote, che tanto anche a stare attenta ci finisco sempre in qualcuna più caina e nascosta. O forse no, è sempre questa distrazione che ci fa inciampare e imprecare e inciampare e imprecare.  “Gli è piaciuta?” “Sì molto, mamma” “È bella”. E poi zitte ad ascoltare. Pensa sono anni che mi sforzo di trasformare la parole “amore”  in allineamento di alfabeti. Neanche fosse una buccia oleosa da cui ricavare essenze da usare all’occorrenza. Poi arrivi  tu  e lo musichi dentro lo spazio ristretto della macchina.  Con il suono allegro di un presente da scartare senza fretta. Lo fai rimbalzare tra umori e  cose contaminandole, fregandotene della forma, della geografia, del tempo in attesa, dell’oceano in mezzo, dei continenti messi lì come punti a unire una linea retta, attraversata da connessioni che vi fanno spuntare nello schermo dell’altro, con i sorrisi accesi dalla voglia di scoprirvi. Allineate ogni giorno migliaia di lettere nella lingua di poeti che  hanno costruito architetture di dubbi e incantamenti. Ché l’amore è lì in mezzo, tra gli interrogativi degli umani, nascosto e rintanato. Una volpe che aspetta la lontananza degli sguardi per rivelarsi alla sua natura primitiva. E rimbalza da te a me che guido male e ti ascolto. C’è un contagio di cellule, anche gli oggetti lo sentono, assorbono i tuoi umori. Forse anche l’auto, eccitata da questa contaminazione, evita le buche da sé, compensa il tuo inciampo in amore e la mia incapacità di percepire le distanze seduta con il volante tra le dita. Non c’è bisogno di trovare definizioni, o formule matematiche che ci diano l’illusione del controllo, di una perfezione che non esiste. Non adesso. Oppure  la perfezione a tratti esiste, fugace come la vita, come un allineamento improvviso di pianeti, come una sincronia inaspettata, come quando io guidavo e tu sorridevi.

Tizianeda

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