Ago
Ago
Vacanza= vuoto.
Il primo ad andare in vacanza è stato il mio cervello, resettato da un improvviso ed inusuale tripudio di ozio. La famigliola si è trasferita in un posto amato da Tizianeda e dallo Sposo Errante, dove non si suda, la notte si dorme coperti, si contempla fermi e stupiti il silenzio.
E’ fuggita in un posto dove la terra vista da lì sembra semideserta e fascinosa, perché gli alberi e la fauna sovrastano la presenza umana. Ma anche un posto che è un’occasione mancata, perché qui al sud molto sud, a chi ha il potere sul bene pubblico, con frequenza drammatica, la bellezza è invisa.
Così il mio cervello, in questi primi giorni di vuoto, sta vivendo come un’irresponsabile collegiale alle prese con la sua prima esperienza di campus, dominato dal sonno e da una fame compulsiva da tenere a bada. I due minori,, il seienne e la decenne, solitamente contrariati da tanto entusiasmo montanaro, quest’anno hanno partecipato al nostro tripudio, grazie alla presenza salvifica di una coppia di amici, minori forniti, ospiti nostri per qualche giorno in questa casa fresca ed avvolgente, profumata di legna e bosco, colorata da chiazze di ortensie blu.
Salvifica anche per me, che sono la reginetta del caos, perché a fare da controcanto alla mia dinoccolata gestione del tempo libero, c’è la mamma di V. ed E., ai miei occhi la donna più organizzata dell’universo interplanetario. Con lei hai la insolita fortuna di conoscere con almeno un giorno di anticipo quello che mangerai. Con lei non soltanto ogni cosa è al posto giusto, ma anche secondo logica ed ordine. Lei che con le sue lunghissime dita prensili, come tutto il resto del suo corpo, arriva dappertutto a sistemare. Per questo, la seguo beata e grata, sentendomi placidamente sgravata da tanto sforzo mentale .
Ecco sono in vacanza. Sono nel vuoto, nella lentezza calma. Dentro chiacchiere in ore insolite, con un bicchiere di vino in più. Dentro lo sguardo distratto sui figli che corrono impazziti e liberi, dentro pomeriggi ingoiati da un allucinogeno sonno amniotico, dentro improvvisi momenti di amore coniugale veloce e furtivo.
Sono in non luogo ed un tempo di grazia, irreale come in un sogno, un buco bianco,che mi regale l’essenziale, mi ricorda chi sono, mi scrolla da dosso la nevrosi di tante vite da incastrare perché tutto funzioni e rimanga saldo.
Oggi il mio cervello è una leggiadra ragazza dei fiori.
P.s.: In questo posto la lentezza avvolge anche il collegamento internet. Mentre scrivo non so se riuscirò a postare. Se invece mi leggete vi mando il mio saluto allegro.
Tizianeda