A volte succede

Non lo fanno spesso, perché sono di quelli che preferiscono organizzare a casa, di quelli che la mondanità serale del fine settimana è surclassata da incontri pomeridiani o mattinieri, di quelli che sì, amano divertirsi, ma possibilmente entro le 22. E di solito il sabato sera, Tizianeda assembla acqua farina e lievito dentro un grande piatto smaltato, che era di sua nonna Bianca. Poi arrivano i suoi fratelli, preannunciandosi con la solita telefonata “La fai la pizza stasera?”, che tanto lei ne prepara in più, perché li aspetta. A volte, la famigliola occupa la casa di amici, così il sabato diventa un tripudio di mocciosi di tutte le età, e tardi non si rientra, non per i minori, tutti affetti da collettiva eccitazione compulsiva serale, ma per gli adulti che valicata la soglia delle 23, vengono colpiti da narcolessia.
Però a volte succede che i due maggiorenni di casa, presi da un entusiasmo positivo, si concedano una serata senza quei due debosciati che vengono felicemente accolti dagli zii. Il settenne, a casa della cugina che si crede sorella gemella e la undicenne, dallo zio del cuore e la sua famigliola.
Succede che si concedano una serata da adulti, da persone libere, al servizio solo del loro bio-ritmo, senza interruzioni esterne, richieste, lamentele, micro risse da sedare, urgenze improcrastinabili, cacca serale del settenne che in quei momenti lì vuole compagnia, per abbandonarsi a confidenze e riflessioni sui grandi sistemi della vita, di cui Tizianeda è la privilegiata destinataria.
E insomma, a volte, succede, come è successo questo sabato, che si sono incontrati con amici, che anche loro hanno avuto un bel da fare per organizzare la permanenza notturna dei figli. Si sono ritrovati in casa, per mangiare, chiacchierare, ridere, scherzare in un clima felicemente rilassato, di chi ha imparato a conoscersi e piacersi negli anni, di chi si è scelto ed è rimasto. E sono persino usciti in quell’ora in cui solitamente il sonno profondo è la coperta di Tizianeda, sono usciti per approdare in un locale vicino, come quando erano giovani giovani, in un locale consigliato a Tizianeda “E’ un posto bellissimo, pieno di musica, un clima internazionale, ci sarà anche un ragazzo bravo che canta”. E Tiziana avvolta da tanto entusiasmo, volendosi concedere un guizzo di mondanità, in quel posto è andata, trascinando anche gli altri. Sono arrivati attratti dalle chiacchiere e dalle risate dove 1. ha visto tanta tanta tanta tanta gente davanti all’ingresso, sulla strada 2. è entrata nel locale per incontrare l’amica divulgatrice e anche lì c’era tanta tanta tanta gente vicina vicina in uno spazio ristretto 3. ha detto tantissimi “permesso” per poter passare, ma nessuno pare sentisse. Ha creduto che forse dire permesso non è più cool, e che avrebbe dovuto iniziato a dare spintoni e spallate, ma la sua voce interiore le ha consigliato di non farlo 4. dopo neanche dieci passi all’interno del locale a forma di elle, Tizianeda ha rischiato di sbattere contro uno specchio attaccato al muro, dove la elle finiva all’improvviso come un vicolo cieco. C’era talmente tanta penombra che non si è vista riflessa, come una vampira 5. è uscita, chiedendosi “ma io che cavolo ci faccio qui?” 6. una volta uscita si è guardata attorno: la maggior parte degli astanti, aveva vent’anni o poco più 7. ha pensato che lei ed i suoi amici, in quel contesto, sembravano dei genitori ansiosi alla ricerca dei figli fuggiti da casa 8. ha pensato che venti anni prima si sarebbe tanto divertita ed entusiasmata per un locale come questo, odoroso di inquietudine giovanile, ma che oggi per lei è come un pianeta sperduto di un’altra galassia 9. il musicista che doveva cantare, alle 23 e 30 ancora non cantava. 10. gli ultraquarantenni hanno così deciso di abbandonare l’allegro convivio, per una lenta, sorridente e chiacchierosa passeggiata notturna, più conforme ai loro mutati gusti. Poi, serenamente, sono tornati ciascuno a casa propria.
“Sposo Errante mi sembra strana la casa senza i bambini. Mi mancano” “Anche a me”. Queste le ultime parole che Tizianeda e l’uomo adulto di casa si sono detti, prima di sprofondare in un sonno caldo.

Tizianeda

9 thoughts on “A volte succede”

  1. EmmeGiElle ha detto:

    Perchè di “movida” gli ultraquarantenni ne fanno già parecchia durante la settimana, tra lavoro e figli, ed allora una bottiglia di vino, quattro chiacchiere in serenità, due passi e l’amicizia sincera “di chi ha imparato a conoscersi e piacersi negli anni, di chi si è scelto ed è rimasto” ti lascia il ricordo di una bellissima serata ! Che a volte basta veramente poco…o forse è tanto !?!?!? 🙂

  2. Antonella ha detto:

    E’ vero. Proprio una bella serata: quando si sta bene il tempo scorre piacevolmente. Ed io continuo ad essere contenta e grata per avere incontrato, in un ambito dove non è facile riconoscersi, persone davvero speciali. Un abbraccio forte a tutti!!!

  3. Tizianeda ha detto:

    Grazie a voi belle fanciulline!!

  4. zia bianca ha detto:

    Chissà…forse siamo dei privilegiati …ma una serata tra amici, anche un po’ brilli ma ancora capaci di ascoltarsi reciprocamente e ridere sane risate… non ha prezzo!! ..per tutto il resto …ci sono gli zii!!!!
    Approfitto di questo post, cara Tizianeda, per invitarti nel mio blog dove troverai una sorpresa! So bene che non farai tutto quello troverai scritto….ma è un modo per conoscere altre vite vissute in maniera realmente virtuale!!! …ma che ho scritto? boh!
    Cmq… ti lascio il link… http://www.lericettediziabianca.blogspot.it/2013/03/very-inspiring-blogger-award-2013.html !!!!!!
    A presto!
    baci!

    1. EmmeGiElle ha detto:

      brava la zia bianca, quando ci penso credo proprio che siamo dei privilegiati, sappiamo godere di queste piccole GRANDI occasioni !

  5. Tizianeda ha detto:

    Vite vissute “in maniera realmente virtuale” è bellissimo! 🙂

  6. marinella ha detto:

    Oh, come mi riconosco!!!! Affrancata dai proli ormai semiautonomi, senza quindi scusanti ed esimenti ufficiali, ho capitolato all’evidenza che non è l’occasione mancata a “limitarmi” ma sono io stessa, ahahahah! Anche nell’Urbe ammaliante, eccezione fatta per eventi rilevanti (concerti imperdibili, film da vedere assolutamente, e poco altro………….), resi più luccicosi dal fatto che “chissà qui se arriveranno mai……….”, preferisco ormai riempire gli spazi nuovi di libertà con pacata serena intimità, con la familiarità adulta e matura ma calda al punto giusto, con questa beata leggerezza data appunto dalla mancanza di frenesia, di rumore, di calca! E la cosa più bella, è tornare, a casa……… Besos rilassati, ragassa!!!

    1. Tizianeda ha detto:

      Tanti baci allegri a te Marinella e quando vai nell’Urbe guardala anche per me:-)

  7. Zio Peppino ha detto:

    Ma come? Arrivati a casa avete dormito? Ma l’attimo l’avete colto al risveglio ?

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