Di questi tre giorni…

In questi giorni di fine marzo, Tizianeda e la dodicenne, loro due sole, si sono concesse un incontro ravvicinato con una città, che è un po’ come il sugo della nonna Santa Gina, chè non ci sono abbastanza aggettivi per definirla, o come le sue polpette: patrimonio dell’umanità. Hanno invaso con il loro allegro disordine da comune hippie, la casa luminosa e accogliente degli zii M., lasciando nella città sbilenca, due maschi dalla età i caratteri le priorità differenti, a tessere un’intesa senza la presenza di interferenze femmine.
Di questi tre giorni Tizianeda si porterà:
– lo sguardo di una donna, che ha imbrigliato il suo sguardo dentro un tempo denso. Uno sguardo da un luogo altro. Uno sguardo pece, uno sguardo che rimanda la sensualità carnale della vita, dispetto alla sorte e alla morte. Uno sguardo che racconta senza disvelarla la sua complessità ossimora, che è un invito a fermarti, a guardare dentro il nero. Uno sguardo che senti nella pancia e nel respiro e nel battito accelerato e smuove giù fino in fondo un’essenza che non sai, ma che è anche la tua. E poi la intuizione magnifica di un bambino di una scuola elementare con il dito teso a indicare un quadro: “guardate c’è Frida”. Frida Kahlo, la donna, l’artista messicana, lì presente con i suoi autoritratti, nelle stanze delle Scuderie del Quirinale.
– la primavera. Nel giubbotto colorato della dodicenne, nelle urla acute e trasparenti delle sue amiche coetanee incontrate lì, nei loro abbracci assoluti, come assoluto è il sentire a quell’età. La primavera nell’aria chiazzata di macchie cipria in movimento, rilasciate da alberi dalla generosità fugace e perfetta. Architetture fragili di bellezza profumata, che quasi non ci credi.
– la città. Perché Roma è un luogo che gli occhi non si stancano mai di guardare e stupirsi. Perché è un posto che ti lascia addosso il desiderio di ritornare e un senso inappagato e nostalgico di bellezza troppa.
– qualche chilo in più distribuito in parti dannatamente diseguali sul suo corpo – ché la zia M., accidenti, cucina da Dio – unito al mantra ossessivo, secondo cui sicuramente lei, lunedì inizierà una dieta triste triste.

E buon inizio settimana a tutti voi (ovviamente non triste triste).

Tizianeda

4 thoughts on “Di questi tre giorni…”

  1. marinella ha detto:

    Così sei già via…… Io ancora “traccheggio” per frida, viziata dai pochi chilometri di distanza, catturata da questo finesettimana lungo ed assolato, e pieno di Fiere da visitare ed infatti visitate.
    Ma tu oltre lo sguardo pece, la primavera e la città, ti porterai sicuramente dentro il senso di tre giorni mammafiglia, di una femminilità che transita arricchendo una senza impoverire l’altra, di piccole complicità corollario di un sempiterno amore materno che mai si crogiola e mai vizia, ma si dona. Con la piccola malinconia dei due maschi a casa, scherzosa rughetta in questo nuova consapevolezza.
    Baci, a te, allo sposo, ed alla zia M!
    marinella

    1. Tizianeda ha detto:

      Marinella!! Un bacio grande

  2. Maria ha detto:

    Zia M oggi si sente solissima……baci

    1. Tizianeda ha detto:

      Anche tu ci manchi tanto assai molto, zia M.. E anche le altre M. e la I. Baci

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