Diciotto

Ciao tu, ciao ragazzo che sono diciotto, e scorrere di sangue e ossa e muscoli dentro lo scricchiolio del crescere.  Tu  corpo appuntito a cui non mi abituo mai abbastanza e che guardo mentre, in silenzio, per non disturbare, il respiro fa capriole. Ciao che  ogni tuo nuovo danzare è un passo più lontano dalla soglia. Non ti fermare. Ciao tu, ciao ragazzo, proteggi il bambino arancione  dalla musica stonata, dai passi duri del banale. Porta con te il nucleo caldo di desiderio e passioni e gioco e non ti spaventare. Sorridi che il mondo si compone. Ciao che a tratti ti racconti, come una concessione del giorno e io sto lì ad ascoltare e mi dico ma quando è successo che sei tu, quando il linguaggio, quando il pensiero, cosa hai visto e sentito per essere questa moltiplicazione. Ciao non mancare la tua vita, cerca suoni e immagini e ritmo del cuore e frullare di note.  Ciao che  impari a poco a poco a essere più morbido, più indulgente con te stesso.  Arriverà il momento che ti lascerai andare.  Ciao che sono diciotto in un balzo di tempo che non so davvero quando.

Continua ad amare le ore e i giorni e le domande e il nucleo buono delle cose. Non smettere di cercare la tua andatura, è solo l’inizio. C’è ancora il bambino arancione da qualche parte, guarda e sorride, ha i capelli lunghi, continua a volare, perché gli alberi crescono da qualche parte, a contrastare di bellezza e luce le dissonanze e la banalità del male.

Auguri mio bel ragazzo, auguri Domenico.

Tizianeda

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