Filastrocca di pan d’ora

Un ferro da stiro mi puoi regalare,
mi stiro le lacrime per poi consolare.
Ti abbraccio nel letto con un nuovo pigiama,
mi avvolgo mi scaldo con la sciarpa di lana.
Ti porto con me, così riposiamo
e non ho più paura di dirti ti amo.
Un grembiule fiorito lo lego sui fianchi,
mi asciugo le mani, ti passo davanti.
Così poi balliamo tra letti e divani,
ti rido sul collo, non penso a domani.
E quando la notte si va approssimando
cucino cantando, tu assaggi guardando.
Una donna è di più di una scritta sul muro,
di un regalo non chiesto, di un oggetto dorato,
di un’idea assai irritante di un creativo sbagliato.
Non trattateci sempre come brave bambine,
da tenere ammansite, da vedere asservite.
Siamo pane che cresce sotto teli di lino,
siamo vento e tempesta che si placa al mattino
siamo mosto che bolle nel silenzio di un tino.
Siamo d’ora e di ieri siamo quel che vogliamo
siamo le trasformiste di questo circo assai strano.
Se davvero un regalo ci volete poi fare
cancellate le scritte che ci fanno arrabbiare.
Riscrivete parole che noi porteremo
come acqua da bere nel cammino assolato
come corsa festosa che ti accelera il fiato
come vento che soffia e che ci fa sollevare
come la libertà che conosce il suo andare.
Come un amuleto, come un portafortuna
come un bacio improvviso sotto il vischio o la luna.

Tizianeda

2 thoughts on “Filastrocca di pan d’ora”

  1. Giuseppe Demaio ha detto:

    Ciao Tiziana. A noi poetesse… “la mitica Saffo / ci faceva un baffo”

  2. Tiziana ha detto:

    E hai fatto la rima… poetessa con i baffi 😉

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