Piccoli gesti amorevoli

Tua madre ti fa figlia bambina, con il regalo amorevole di un dolce pasquale a forma di colombella. Per un po’ il mondo è grande e verticale, gli oggetti irraggiungibili, i polpacci oscillano tra le gambe delle sedie e i tavoli, sono rifugio possibile di tristezze, inspiegabili per una piccola somma di anni.

Torni grande poi e con il peso amorevole delle madri, mentre impasti polpette, che non saranno mai come quelle della nonna santa Gina e pazienza, che per ora ci si deve tutti accontentare e tra le dita maneggi il mistero dell’accudimento, che si tramanda senza dirlo.

Di nuovo sei bambina, in questo lunedì monco e un po’ malinconico, e ti fai consolare dalle nespole sbucciate da mani antiche di uno zio, che in questi attimi fermi diventa anche il tuo. E assapori il raccolto mattiniero di un albero piegato dall’allegria della frutta, e ti si appiccica sulle mani la dolcezza arancione di un gesto amorevole.

E poi su una collina ventosa di spighe ti regalano storie, di padri, di madri, di tempi lontani, di amori attesi e desideri affidati alla carta e alle parole. E in questo ascoltare impastato di vento, non sai più se sei madre o figlia. Che importa, in fondo. E’ bello ed è fermo come la malinconia, che tanto poi passa, con qualche piccolo gesto amorevole che arriva, come un prodigio.

Tizianeda

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