Qualcosa di inaspettato

La giornata, si prospettava uggiosa e uguale alle altre. Una mattina che proprio non hai voglia di andarci in quelle stanze che sono delle scatole chiuse, luce e aria in un tutt’uno grumoso. Con i neon neri di polvere, che colorano le facce di giallo.
Si chiamano aule di udienza questi posti, ché sei avvocata e la mattina così è il lavoro, a prendere i fascicoli, che poi tra le parole scritte a macchina ci sono storie di persone. Devi parlare con i colleghi e il giudice seduto sullo scranno. Tutti dentro questa nave ormeggiata di sbieco. Così sei lì insieme agli altri, che si vede vorrebbero essere altrove, forse fuori sotto il cielo a bighellonare per le strade, o davanti al mare a farsi ipnotizzare, a guardare la Sicilia dall’altra parte, con le montagne bitorzolute in fila. Invece aspetti il tuo turno e parli con i colleghi e il giudice e blablablabla.
Poi però, quel giorno è successo qualcosa di inaspettato.
“Avvocato il consulente è già qui per il conferimento dell’incarico…gentilmente, parlate a bassa voce e rispettate la fila. Stanotte non ho dormito e non mi sento bene…allora ingegnere lei accetta l’incarico che le ho conferito vero?”
“Sì giudice”
Ora glielo chiedo. Con quell’affermazione rimasta sospesa…
“Ha il bambino malato? Per questo non ha dormito ?”.
“Sì avvocato, mio figlio ha vomitato tutta la notte non le dico lo stavo per portare all’ospedale”
“Gastroenterite?”
“No catarro…gli viene la tosse così violenta che vomita..infatti scusate ho il cellulare aperto ma se mi chiamano dovrò andare via….Ingegnere di quanto giorni ha bisogno per la perizia? Novanta, va bene scriviamo….sono stanchissima avvocato forse due ore avrò dormito…. è che non si fa fare l’aerosol”.
Qui con il corpo, lì con il cuore, e un po’ qui e un po’ lì con le parole: una donna.
Così l’aula ingessata si è sciolta in un abbraccio empatico tra muscoli facciali finalmente rilassati, che per un attimo ho pensato che ci saremmo tutti presi per mano e avremmo intonato un canto gospel, chiedendo esultanti di essere salvati dal catarro, dal vomito e dalla tosse.
“Giudice le volevo dire una cosa”
“Mi dica Ingegnere, abbiamo omesso qualcosa nel verbale di udienza?”
“No…se il bambino non si vuole fare l’aerosol, gli dia le gocce pediatriche xyz, sono miracolose!”
“Grazie ingegnere le scrivo qui sul foglio!”.

Tizianeda

3 thoughts on “Qualcosa di inaspettato”

  1. Maria ha detto:

    Ci sono persone, come te, che riescono a illuminare gli esseri umani, che .sanno “vedere” e “riconoscere” il bello ovunque esso sia, perché sanno che il bello è ovunque!
    E’ proprio vero che la bellezza sta negli occhi di chi guarda!
    Ti abbraccio
    M

  2. Tizianeda ha detto:

    Grazie!!!!! Inizio la giornata sorridente e baldanzosa.

  3. Zio Peppino ha detto:

    Anche io anke perke’ per fortuna ce l’ho io il Katarrrro e non mio figlio

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