Vento che soffia

Lui fluttua nel surreale mondo dell’infanzia, dove l’impossibile è possibile, dove la magia esiste, il Topino dei denti è un ricco filantropo che elargisce soldi, dove la notte di Natale, un grasso signore con barba, cappello e pigiama rosso attraversa i cieli stellati di tutti i continenti, con qualche renna polverosa.
Lei è bloccata nella terra di mezzo della pre-adolescenza. Dove gli umori instabili, lo sguardo che cambia, il desiderio di autonomia, di sperimentarsi donna e la puzza di ascelle sono un tutt’uno confuso.
Lui è di una bellezza ossuta e scura.
Lei è morbidezza femmina e luminosa.
Lei soffre della sindrome “dove avete nascosto la cioccolata”.
Lui di una irrecuperabile dipendenza da pasta e lenticchie.
Se a lei dici “partiamo” dopo cinque minuti ha la valigia pronta.
Se a lui dici “partiamo” lui ti risponde “ma no dai di nuovo”. Anche se l’ultimo viaggio lo avete fatto un anno fa.
Lei è silenziosa. Parla con gli occhi, con le dita che attorcigliano i capelli, con le mani in movimento.
Lui ha mille perché in testa, il desiderio di conoscere e capire, la logorrea compulsiva incorporata, che la sera aumenta in forma direttamente proporzionale, al tuo bisogno di sonno e silenzio.
Lei la mattina si alza dal letto e dopo cinque minuti è pronta per andare a scuola.
Per lui il risveglio è un rituale lentissimo, accompagnato da un sottofondo melodico composto dalle seguenti parole: “tesoro sveglia, dai cucciolo, svegliati, ma insomma ancora a letto, sto perdendo la pazienza, dai su…ancora stai facendo colazione, dove stai andando la porta è di là, cosa fai lì seduto, ma a cosa pensi..” ed amenità simili.
Lei sa vestirsi, abbinare, associare i colori, essere stilosa e originale, perché non sempre le figlie femmine prendono dalle mamme tristemente sobrie.
Lui è un bambino vestito-indifferente. È dotato dell’abilità oscura di indossare magliette maglioni camicie e mutande al contrario. “Ma sono al contrario” “Va be’ che importa…”.
Lei disegna ragazzine serafiche e statiche, femminili e riflessive.
Lui bambini e bambine fluttuanti. Piccoli ometti felici e avventurosi che saltano fanno capriole e non si fermano mai.
Loro sono quei due, i due minori, la ragazzina ed il piccolo di casa, i due debosciati, la undicenne ed il settenne. Loro due unici nei talenti e nei difetti. Quei due, con le loro paure e i sogni, con la curiosità di conoscere la vita e il coraggio da trovare dentro.
E poi ci sono gli altri due, lo Sposo Errante e Tizianeda, che ora sono il vento che soffia dietro le loro spalle e si insinua nelle loro orecchie e scende giù giù, fino a dentro. Il vento che vuole essere coraggio, fatto di lettere per dare il nome alla paura, chè solo così la puoi sconfiggere quella lì. Il vento che racconta che la vita è un mistero curioso e originale da attraversare, non come armadi chiusi e freddi, ma vibrando e vedendo. Il vento che è un’osmosi che fa passare la bellezza. Il vento che dice di amarli proprio così, per come sono. Perché poi dovrà arrivare quel giorno, che questo vento, che no, non è perfetto, non avrà più bisogno di soffiare, perché loro, la undicenne ed il settenne, saranno vento che soffia.

Tizianeda

4 thoughts on “Vento che soffia”

  1. EmmeGiElle ha detto:

    Bufere altro che venti…Eolo apre la sua bisaccia ogni giorno e libera tutto il possibile e l’impossibile !!! E’ difficile…ma detto da te sembra meravigliosamente facile ! Ti adoro Tizianeda

    1. Tizianeda ha detto:

      Dobbiamo solo resistere! 🙂 baci e abbracci

  2. Maria ha detto:

    A mia nipote stilosa non puzzano le ascelle…per il resto non ho altro da aggiungere se non un incondizionato scirocco d’amore per voi!
    Zia M

    1. Tizianeda ha detto:

      È vero non a lei che è stilosissima, ma soltanto alla pre-adolescenza. Tanto vento anche a tutti voi.

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