Feb
“Possibile, Tizianeda, che zia M., la sorella di tuo padre, sapeva della febbre di tuo fratello e io no? Mi ha detto che lo ha scritto su scialapp”
“Come mamma vecchietta!?”
“Sì, su uolapp”
“Vuoi dire whatsapp…sul gruppo degli zii e dei cugini…”
“Sì proprio lì, su ghezzappa”
La mamma vecchietta, osserva con diffidenza e distacco anche linguistico, il magico mondo della rete con tutte le sue molteplici espressioni comunicative. Lo vede come una entità astratta e immateriale. Lo giudica come chi è nato quando il principale mezzo di comunicazione era il telegrafo, soppiantato da telefoni grossi e massicci appesi ai muri delle case, che i pochi numeri che componevi li sapevi tutti a memoria. Lo guarda dal tempo in cui la televisione rimandava immagini in bianco e nero e per spegnerla dovevi alzarti dalla sedia o dalla poltrona perché il telecomando non esisteva. Lo guarda come chi ha assistito negli ultimi decenni a un cambiamento epocale della comunicazione. Lo guarda come chi si sente molto più a proprio agio dentro la solidità di termini classici e letterari, dentro la presenza rassicurante di un libro e della parola orale.
“Tizianeda, ma quello che scrivi tu lo possono leggere tutti o devono essere collegati con il tuo logos?”
“Il mio logos? Intendi il blog?”
“Sì…comunque io non mi metto su uastap né da nessun’altra parte…”.
…dolce la mia zia vecchietta!!! 🙂
Ed evviva il logos! <3
Fortissima :-))
Sì Carola e quando con mio fratello la sfottiamo si presta al gioco.
Adorabile 🙂
Non lo è sempre…ma in questi momenti sì, molto