Valicare soglie

– Imparerò a volare. Riprenderò a esercitarmi come quando ero bambina e lo facevo tutti i giorni nella casa della nonna Bianca, lanciandomi da una sedia. Se non ci sono riuscita ancora, è perché non mi sono applicata abbastanza.
– Andrò da Philippe Petit. Busserò alla porta di casa sua, forse sospesa tra le nuvole e gli dirò : “Ciao Philippe Petit, insegnami la tua camminata sfrontata, la tua sfacciata disinvoltura”. Lui, il matto, il visionario, il poeta del vuoto, il funambolo, mi porterà sul filo e imparerò ad amare la paura. Poi, quando sarò pronta, stenderemo una fune tra le montagne dello Stretto di Messina. Se cado volerò, perché nel frattempo avrò imparato a farlo.
– Parlerò nei sogni con le mie nonne, perché a volte mi mancano e vorrei raccontare loro chi sono diventata e i cammini non sempre lineari che mi hanno fatto da strada. Chiederò la loro benedizione, perché dalle loro vite antiche io provengo.
– Viaggerò nel tempo. Tornerò nel passato da una ragazzina appena dodicenne. La troverò seduta vicino a una finestra, a guardare fuori i passaggi del cielo. Andrò per abbracciarla. Le dirò parole che noi sole sapremo. Mi sorriderà con i suoi occhi belli, la porterò via con me, nel mio tempo rinato di donna, accogliendola nel mio cuore. Anche se tutto questo, forse, l’ho già fatto da un po’.
– Andrò nel luogo più sperduto e vuoto della terra. Mi farò trasportare da un battito di mani. Mi godrò il silenzio. Poi però torno a casa ché ho un po’ di cose da fare e molto da dire e da dare e da amare.
– Soddisferò le urgenze del racconto. Salirò su un palco e non sarò da sola. Lo farò perché bisogna credere nei sogni. Perché so che le passioni sono incontri possibili che bussano insistenti alla tua porta e non le puoi ignorare. Perché quando si arrendono e vanno via, poi non tornano più. Lo farò perché non è mai troppo tardi per raggiungere se stessi. Lo farò per me, per chi proseguirà il mio narrare, per chi dal mio respiro e battito ha avuto inizio. Lo farò per le mie nonne. Per quello che loro non hanno potuto fare o essere. Lo farò per quella bambina di dodici anni che guardava sempre dalla finestra i passaggi del cielo e sognava un altrove diverso. Lo farò per dire che è possibile, nonostante la fatica e le complicanze della vita e i nostri limiti uggiosi e a volte malinconici. Lo farò per ricordarmi che ogni volta che si entra in un anno nuovo, stiamo valicando soglie, ci stiamo spostando un passo più in là, celebriamo la possibilità di un cambiamento.Lo farò per celebrare il tempo che passa e con lui le ore e i giorni e i mesi, che ci vibrano attorno come una composizione musicale a volte armonica, a volte dissonante, ma dentro la quale bisogna provare a danzare.

Buona vita a tutti voi. Vi soffio dal 2015 il mio saluto allegro e ballerino.

Tizianeda

2 thoughts on “Valicare soglie”

  1. Camilla ha detto:

    Arrivo in ritardo…ballerina sempre fuori tempo! <3

    Abbracci

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