Dic
Dic
Letterina a Santa Claus.
Ciao Santa Claus, che tutti ti prendono in giro perché sei grassoccio, vestito male e hai amici strani tipo le renne, i folletti e la Befana.
Volevo dirti che per me, non chiedo niente. Anche perché tu porti i doni ai bambini bravi. E non chiedo nulla, non perché non sono più bambina, perché a volerla cercare, questa bambina dentro di me la trovo. Come tutti del resto. Ma per quei pezzi di “non brava” che sono lì. Non chiedo niente, per tutte le volte che non sono riuscita a capire, a vedere con gli occhi giusti, a dare un nome alle cose, a fermarmi in tempo, ad andare via prima e non dopo. Per tutte le volte che non ho trovato le parole per dire, o quando ne ho lasciato andare anche una sola di troppo. Non chiedo niente per tutte le volte in cui il lamento è stato una guida di pensiero e non avrei dovuto e per quando mi sono persa di vista e non avrei potuto e per quando mi sarei dovuta arrendere invece e non me lo sono concesso. Per tutte le volte che non ho saputo dare risposte, o peggio, non ho cercato la domanda esatta. Non chiedo per quando non ho saputo liberare la generosità del cuore, o non ho saputo dire con forza le offese, allontanandole da me. Per le mancanze verso me stessa, per ogni volta che ho preteso da chi poteva darmi solo quello e nient’altro, per quando non ho usato un tanto così di benevolenza che consola. Non chiedo nulla per quando non ho saputo lasciare andare, e io lasciarmi andare. Non chiedo niente perché in fondo non voglio essere “brava”, che poi non so neanche cosa sia. E non dovremmo insegnare ai bambini a essere bravi, ma buoni sì. Anzi dovremmo imparare da loro la differenza. Loro la sanno. Chi è buono sa riconosce, scava nelle profondità del cuore e della vita. Se sei bravo finisci per accontentare e accontentarti. Quindi Santa Claus, vai dai bambini piccini, che loro sono buoni veramente, mentre gli adulti hanno imparato a essere bravi. Per esempio bravi a fare le guerre, a uccidere, offendere, gettare ombre sull’innocenza.
Vai dai bambini piccini che hanno smesso di chiedere giocattoli, perché se devi sopravvivere non pensi più a giocare. Vai da loro che non hanno più una casa dove festeggiare i momenti di pace e non sanno più i giorni. Vai nei luoghi che sono uno strappo sanguinante di ventre. Prenditi i bambini, portali via da lì, allontanali dagli adulti bravi. Chi troverà il bambino? Lo troverà la bontà , qualcuno ha scritto. Allora portali via con te, ché tu, Santa Claus, un po’ bambino sei, se non ti importa di vestirti in quel modo buffo e credi nelle renne parlanti, nei folletti e la Befana. Portali via con te. Restituiscili soltanto quando gli uomini si saranno stancati, ma stancati veramente, di essere bravi.
P.s.: da qui i miei auguri, per come so e posso. Che sia un tempo di attese serene.
Tizianeda
Bentornata e grazie . Perché grazie ? Si sentiva la tua assenza. Buona serata
Nino!!! Un abbraccio grande da qui 😊
Nino!!! Un abbraccio grande da qui 😊
Un pezzo che parte un po’ così, tipo pezzo “da Natale”, e poi graffia, lascia il segno sulla carne viva. Almeno di quelle persone che ancora la carne viva ce l’hanno, che non sono morte dentro. Perché chi fomenta le guerre ormai è già morto da un pezzo e la morte di altri esseri umani non gli fa più né caldo né freddo.
Se fossi Santa Claus ti risponderei: brava, Tizianeda! Anzi no, buona! Perché non ti rassegni alla “normalità” che vede negata ai bambini nel mondo la gioia di vivere spensierati e un po’ folli, liberi dalle catene imposte loro dagli adulti.
Auguri e che la serenità sia con tutti noi.
Grazie Nino Cervetti! Aggiungi sempre bellezza ai miei post. Un abbraccio
Grazie Nino Cervetti! Aggiungi sempre bellezza ai miei post. Un abbraccio
Ricambio con uguale trasporto. Di passaggio, ho postato la recensione del tuo libro sul mio modestissimo blog. Spero la troverai centrata. Nuovamente.
Letto e condiviso! Sei una meraviglia, grazie! Enjoy 😊
Letto e condiviso! Sei una meraviglia, grazie! Enjoy 😊