Io non ho paura

Succede che il novenne, quasi tutte le notti, da un po’ di tempo, transita dal suo letto a quello dei suoi genitori. Si avvinghia a metà corpo di Tizianeda e si riaddormenta placido. Succede quindi, che Tizianeda si dedichi allo sport estremo notturno “staccailbambinodalcorpo”. L’attività che richiede doti atletiche e psichiche eccezionali, consiste nello spingere il più possibile il bambino verso il lato dell’altro genitore, con la speranza che nell’intontimento del sonno si confonda e si avvinghi a lui. Tizianeda deve essere una schiappa in questa disciplina, perché il bambino una volta staccato ritorna ad attorcigliarsi a lei, causandole la necrosi temporanea mattutina di metà corpo.

Succede che Tizianeda, non ricordi quasi nulla di quello che le è successo in questi giorni, perché vive in uno stato di torpore e confusione e ha la sensazione di fare tantissime cose e quindi di non farne nessuna. Ricorda però di essere andata a una riunione, in un posto vicino casa, di aver ascoltato con molta attenzione e pazienza i discorsi tenuti anche se erano tanti e lunghi. Ricorda di non essersi trovata in sintonia con quanto detto e che anzi li ha trovati un biliardo di biliardi lontani dal suo vedere e sentire. Ricorda che ha provato una tristezza cosmica e anche il suo cuore doveva essere triste perché le batteva forte nel petto. Ricorda che in quel salone pieno di persone che la pensavano tutti allo stesso modo, ci sono state tre voci dissonanti. Una di queste era la sua. Le altre di due sposi, a cui va tutta la sua gratitudine , per non averla fatta sentire sola. E ricorda che a un certo punto lei si è ritrovata con un microfono in mano e ha parlato parlato e diceva a tutti che non capiva i loro discorsi che non li condivideva e che lei non aveva paura come loro. Ha parlato della sua famigliola anche. E ricorda che sorrideva mentre parlava. E quando è dovuta andare via, perché era proprio tardissimo e c’erano tre derelitti ad aspettarla a casa, uno dei relatori, giovane, magro e altissimo l’ha seguita perché voleva ancora convincerla delle sue opinioni. E Tizianeda vedendolo così accorato avrebbe voluto abbracciarlo e dargli un bacio sulla fronte anche se non sarebbe arrivata così in alto e avrebbe voluto dirgli tante cose, ché la giovinezza va e non torna mica neanche per sbaglio. Ma era tardi e lo ha lasciato lì solo con le sue idee granitiche.
E insomma, tutto quello che sa e ricorda di questi giorni confusi, è che lei veramente non ha paura, men che meno di esprimere il suo pensiero davanti a un a platea affatto allineata alle sue convinzioni, perché se non hai paura puoi esercitare la leggerezza e sorridere nonostante tutto e parlare, parlare parlare con un microfono in mano e il cuore che ti batte forte. E poi le guerre e le crociate la sfinirebbero troppo e le bastano gli sport estremi notturni.

Ho scritto troppo lo so. Però se siete arrivati fin qui vi beccate l’augurio:

un buon inizio settimana senza paura e un saluto allegro e leggero a tutti ma proprio tutti voi.

Tizianeda

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